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Mi svegliava

quand'era ancora buio

quasi volesse da lontano

preannunciarmi

il giungere del sole

dietro le braccia

della notte.

Correva la luna

a salutarmi

invitandomi a scrivere

come fossi preda

di potenti incantesimi

trasportati da stelle

che arrivavano a frotte.

Parlare

e raccontarsi...

era tutto ciò

che mi invogliava a fare.

Scrivendo

il tempo scandiva

sino a volermi

tutta l'anima spogliare.

Nudo e scalzo

in quell'istante magico

percorsi le linee

d'ogni variopinta emozione

ascoltandone il mutamento.

Raccolsi lettere

per vestirle di poesia

attendendo l'arrivo

dell'inaspettato

vibrante sentimento.

A me scelse

di donarsi in gran completo

scomponendosi

in vocali e consonanti

ricamando versi

di luminosa ispirazione.

Nella mia essenza

venne inciso

all'unisono

ed all'infinito

il vestito della poetica

accettazione.

Scrivere...

era tutto ciò

che sognavo di svolgere

quale compito misterioso

dentro all'umano cuore.

Inesorabilmente

lievitava la voglia di comporre

ancor non sapendo

d'essere predestinato

nel far rifulgere

la medesima luce dell'amore.

 Arcangelo Galante - 01/03/2018 17:27:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Gentilissima Edi Davoli,
scriviamo, non solo per noi stessi, ma anche per condividere e, quindi, in un certo senso, trovo considerevole, nei confronti dell’autore/ice, commentare, perché sprona, non poco, a continuare a scrivere.
Io amo farlo, spontaneamente, poiché, esporre la propria opinione, credo lo dovrebbero fare un po’ tutti, almeno per una finalità di interesse culturale comune. Anche poche righe, ma l’importante è che siano sincere.
Io adopero lo scrivere, inteso come un godibile intento, per rispolverare emozioni sopite, completare il senso di qualcosa non totalmente definito o definibile, con le parole; ed ancora, lo faccio, per dare voce ad un istinto che ci fa sentire vivi, in talune circostanze peculiari dell’esistenza nostra.
Ed inoltre, udendo l’ispirazione, lo scrivere diventa un po’ come salvarsi al trascorrere del tempo che, inesorabilmente, compie il proprio dovere, pur concedendoci istanti di sopravvivenza mnemonica, proprio per il suo tramite.
Al di là di siffatta considerazione, ogni scelta, va poeticamente rispettata accettando l’uso della parola a secondo del talento avuto.
E tu, hai precisamente carpito il concetto, espresso nella pubblicazione.
Senza volerti trattenere troppo sulle divaganti mie considerazioni, con rarità, in questo mondo stravagante si arriva ad incontrare persone disposte a considerare l’altro/a, al di là di un pannello elettronico, con generosità di commenti.
Quando leggo manifestazioni, tanto esplicite quanto ammirevoli, non posso che fare un inchino, ringraziandoti di cuore per l’attenzione dispensata ai testi scritti. Riconoscente, saluto, con affetto!

 Edi Davoli - 01/03/2018 14:46:00 [ leggi altri commenti di Edi Davoli » ]

L’ispirazione, dono e talento che spinge ad usare la parola, nel caso del poeta, per rendere esprimibile l’eterno. Mi è piaciuta molto Arcangelo, musicale e con l’uso di efficaci metafore. Che la scrittura sia sempre tua compagna. Tanti candidi saluti di neve!

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